Telegram: Rimozione Multe Dubbia su Tech Giants in Russia
Telegram, una delle piattaforme di messaggistica più amate, è al centro di un mistero relativo alla rimozione delle multe inflitte a vari giganti della tecnologia in Russia.
Mercoledì 3 gennaio 2024, è emerso che alcuni importanti attori del mondo tecnologico sono stati rilasciati dalla lista dei debitori nel database degli ufficiali giudiziari russi. Queste aziende erano state soggette a multe, ma sembra che tali sanzioni siano state successivamente revocate.
Tra queste aziende figura Telegram, che ha recentemente sollevato perplessità sulla motivazione alla base della cancellazione delle multe. Altri colossi della tecnologia coinvolti includono Google, Meta, TikTok e YouTube.
Un portavoce di Telegram ha reso noto oggi di non essere a conoscenza delle ragioni che hanno portato alla revoca delle multe. Secondo quanto riportato da Reuters, il portavoce ha suggerito che la mancanza di attività aziendali in Russia potrebbe essere una delle possibili spiegazioni. Senza uffici o dipendenti nel paese, Telegram non ha avuto accesso a informazioni sulla motivazione di tale annullamento.
Il portavoce ha anche sottolineato che alcune agenzie di stampa russe ipotizzano che le multe siano state revocate a causa dell’impossibilità di individuare beni pignorabili per applicare le sanzioni.
Nonostante queste revocazioni, Telegram continua ad essere una delle piattaforme più utilizzate in Russia.
Mentre alcuni come Google e Meta sono stati rilasciati dalle accuse, altri come Twitch e X stanno ancora affrontando sanzioni per un totale rispettivamente di 23 milioni e 51 milioni di rubli.
Le tensioni tra i giganti tecnologici occidentali e le autorità russe non sono nuove. Nel passato recente, ci sono stati vari incidenti, tra cui il rifiuto di fornire servizi in Russia da parte di piattaforme social media occidentali in seguito all’attacco russo in Ucraina.
Al momento, né gli ufficiali giudiziari né le aziende coinvolte, ad eccezione di Telegram, hanno commentato ufficialmente la questione, lasciando ancora aperte le incertezze su questa controversa decisione.