Opera alimenta i suoi servizi di IA con energia rinnovabile
Opera ha annunciato che questo mese installerà un nuovo cluster di intelligenza artificiale in Islanda per alimentare i suoi futuri servizi di IA. Probabilmente avrete sentito dire che l’IA generativa richiede molta energia, ma Opera ha deciso di affrontare questo problema alimentando questo cluster di IA utilizzando esclusivamente energia verde.
L’azienda ha dichiarato di prevedere che le funzionalità di intelligenza artificiale saranno presenti in tutto il browser in futuro e non saranno limitate alle funzionalità dei chatbot. Per questo motivo, è necessario prepararsi ora per fornire questi servizi di IA ai suoi utenti.
Commentando lo sviluppo, Krystian Zubel, VP di Gruppo IT presso Opera, ha dichiarato:
“Opera è stato il primo browser a introdurre servizi di IA integrati nella primavera del 2023, offrendo sia agli utenti PC che mobili il vantaggio del suo assistente IA generativo, Aria. Aria sta evolvendo rapidamente e continuiamo ad espandere le sue capacità come compagno di navigazione per i nostri utenti. L’Islanda completerà la nostra infrastruttura esistente in tutto il mondo come un centro verde, efficiente dal punto di vista dei costi e centralizzato per le attività computazionali pesanti, garantendo che Opera abbia l’infrastruttura necessaria per cogliere le opportunità che vediamo e consentendo alla nostra azienda di evolversi rapidamente ed espandere i suoi servizi di IA.”
Il nuovo cluster è un NVIDIA DGX SuperPOD che utilizza le nuove GPU NVIDIA H100 Tensor Core e la piattaforma software NVIDIA AI Enterprise. L’energia proviene da fonti idroelettriche e geotermiche, e il raffreddamento è fornito naturalmente dal clima del paese.
Come molte altre aziende tecnologiche, Opera è stata rapida nell’includere funzionalità di IA nel suo browser, il suo principale servizio di IA è Aria, un servizio di chatbot integrato nella sua gamma di browser.
L’approccio lungimirante di Opera è contrastato con quello del suo rivale Vivaldi. Quest’ultima azienda ha annunciato qualche giorno fa che non integrerà un grande modello linguistico (LLM) nel suo browser perché è preoccupata per le allucinazioni LLM e la quantità di energia che consumano.